Libri in Azione - Azione Meridionalista

Promotore dell'iniziativa: Giancarlo Chiari
Data di Costituzione: 28 ottobre 2021
Il cavallo napolitano risale al I sec. D.C., epoca di Virgilio, quando l’icona del Sedile del Nilo fu adottata per la città. Era un corsiero scatenato, rampante e scuro perché costituito da bronzo; raffigurava lo spirito indomito dei napolitani. Storicamente tutti i territori dell’antico Regno di Napoli lo ebbero per emblema.
La triscele siciliana compare nell’isola nel VII-VI sec. A.C. e si armonizza perfettamente con la sua forma triangolare con i bracci che riproducono i tre Capi Peloro, Passero e Lilibeo. In epoca contemporanea ha preso definitivamente la sua forma attuale, presente nell’ultimo Regno di Sicilia.
BROCHURE ISTITUZIONALE
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Questa sezione del sito è dedicata a chi vuole saperne di più. Di seguito verranno inseriti i testi che Azione Meridionalista consiglia per migliorare la propria conoscenza della Storia, ma non solo, alla base del meridionalismo.   
Elena Bianchini Braglia
Nata a Modena nel 1972, laureata in Scienze dell'Educazione presso l'Università di Bologna e in Filosofia presso l'Università di Parma, da anni si occupa di attività editoriali e culturali. Dal 2000 collabora con l'Associazione culturale Terra e Identità, come direttrice editoriale dell'omonima rivista, che diffonde temi di storia e cultura locale con particolare riferimento all’antico Ducato Estense, operando pertanto sulle provincie di Modena, Reggio, Ferrara, Massa e Carrara. Per Terra e Identità ha pubblicato diversi libri, soprattutto biografie femminili del periodo del Ducato Estense (Adelgonda di Baviera, Maria Beatrice Vittoria di Savoia, Maria Beatrice d’Este, regina d’Inghilterra, Anna e lo Sfregiato). La biografia di Donna Rachele è invece uscita per Mursia. In occasione del centenario della Prima guerra mondiale ha pubblicato un saggio critico sull’attentato di Sarajevo: Ferdinando e Sofia, la morte dell’Europa. Partendo dalla storia del Ducato Estense è arrivata ad approfondire sempre più le dinamiche ottocentesche che ne hanno provocato la scomparsa. Si è così a lungo soffermata sulle ragioni, sul pensiero e sui personaggi del Risorgimento, sviluppandone, in un approccio di confronto fra gli Stati Preunitari e il nuovo Regno nato dall’unificazione, una visione critica. Su questi temi ha tenuto conferenze e partecipato a Convegni in tutta Italia, soprattutto nel 2011, in occasione del 150° Anniversario dell’Unità, e ancora oggi. Ha poi pubblicato vari saggi, sia in miscellanee che in volumi monografici (tra cui Le radici della vergogna, psicanalisi dell’Italia; Le origini della casta, il risorgimento del malaffare; In esilio con il Duca, la storia esemplare della Brigata Estense; La verità sugli uomini e le cose del Regno d’Italia, Rivelazioni di J.A. agente segreto del conte Cavour; L’ultimo Duca, Francesco V d’Austria Este) alcuni editi dal Centro Studi sul Risorgimento e sugli Stati preunitari di cui è presidente, altri dalle edizioni Il Cerchio e Tabula Fati.Nel volume Dagli Schützen la salvezza propone di guardare all’esperienza tirolese come a un valido esempio per una riscoperta delle identità e delle tradizioni da opporre a un’Europa che si rivela sempre più meramente burocratica, fredda, omolagata e omologante. In questo senso, la singolare esperienza degli Schützen può valere per tutti i popoli italici ed europei. In Mazzini all'origine della dissoluzione individua invece le radici dell'attuale crisi dell'occidente in precise dinamiche ottocentesche orchestrate spesso da personaggi di spicco del cosiddetto risorgimento.

Castrese Lucio Schiano
Nato a Napoli nel 1940 e trasferitosi in provincia di Caserta nel 1972 per motivi di lavoro, risiede attualmente a S. Maria Capua Vetere. Cultura eclettica di matrice umanistica[Liceo classico, Diploma di maturità magistrale quinquennale, Diploma di Perito Calligrafo e Psicografologo (Accademia – Roma, 29 aprile 1965), Diploma in tecniche investigative (Scuola Internazionale Detectives Esperti – Liegi,27 maggio 1974), è stato titolare di istituto di indagini, ricerche e investigazioni (aut. Prefett. Caserta 13 dicembre 1975). Ha partecipato a numerosi concorsi internazionali di letteratura, saggistica e poesia, passando dal 6° al 1° posto, conseguendo, il 13 ottobre 1991, il prestigioso premio “Il Guerriero di Capestrano”, che gli vale lo elogio dell’Amministrazione Comunale della città di residenza. Il 15 ottobre dello stesso anno il Senato Accademico  dell’Accademia Internazionale di Belle Arti, Lettere e Scienze “SAN MARCO” lo nomina Accademico di merito per le categorie Poesia, Narrativa e Saggistica ( n° 03533). Dal 1991 al 1997 ha ricoperto la carica di Redattore Capo del periodico di informazione, attualità e cultura “IL CENTRO DELLA CAMPANIA” (U.S.P.I. n° 12325). Negli anni 2011, 2012 e 2013 ha collaborato come Coordinatore e Segretario di Redazione alla pubblicazione  dei volumi relativi alla manifestazione artistico - culturale “AGER CAMPANUS”editi dalla sede sammaritana dell’Archeoclub d’Italia ed al volume commemorativo “GLI AMENDOLA: TRE GENERAZIONI DI ARTISTI”. Nel giugno e nel settembre del 2013, per i caratteri dell’ OPERA ONLUS Soc. Coop. p. a., ha pubblicato i volumi “Coroglio e Nisida: i luoghi della memoria” (ISBN 978 88 98159 01- una edizione + due ristampe) e “L’ottavo giorno”. Amante della propria terra e fiero delle propria appartenenza, si dedica da tempo a diffondere quella che impropriamente viene definita “controstoria” in modo che chiunque – a seguito della martellante disinformazione messa in atto dai falsi patrioti e “padri della patria” – dovesse sentirsi inferiore sappia che ciò è dovuto unicamente al “mendacio” ed alle falsità artatamente ideate e gestite da falsi “fratelli”, regnicoli rinnegati e re spergiuri. Per la diffusione di tali conoscenze, collabora da anni con l’Associazione Identitaria Alta Terra di Lavoro, con articoli che sono stati raccolti nei quattro volumetti in epigrafe, distribuiti a titolo gratuito dall’autore e attualmente esauriti. Di “QUANDO IL NORD ERAVAMO NOI” sono state pubblicate una prima edizione e due ristampe. Da quanto risulta dall’osservatorio “ACADEMIA EDU.” San Francisco, in ambito internazionale, avrebbe superato le 1500 citazioni. Due edizioni ha avuto anche “Altro che Italia!”.
Gennaro Zona
Lo storico Renzo de Felice diceva che: ” La storia si scrive cercando di capire le ragioni del tempo. Altrimenti si fa moralismo” Ho cercato quindi di capire le ragioni di quanto è avvenuto nel 1860, con una preparazione temporale che è partita prima di quella data. Per fare ciò ho scartato le argomentazioni, per dirla con De Felice, “moralistiche” e mi sono concentrato su quelle economiche. Perché le questioni economiche sono quelle che motivano e giustificano le azioni dell’uomo, anche se mascherate da altre motivazioni di comodo. Ragion per cui quest’opera, “basata unicamente su fonti conosciute” osserva gli avvenimenti che hanno preparato quanto è avvenuto nel 1860 e prosegue concentrandosi sulla evoluzione, o per meglio dire involuzione, del Mezzogiorno d’Italia dopo la scomparsa del Regno delle Due Sicilie. Se si vuole credere che i finti plebisciti di annessione al Piemonte e le finte folle che inneggiavano a Garibaldi ed ai suoi Mille, che da soli avevano liberato le moltitudini meridionali, fossero stati veri, per il neonato Meridione d’Italia la conquista sarebbe stata anche accettabile, visto che in tal modo la Penisola avrebbe assunto un’unitarietà di guida e di lingua grazie ai “fratelli” piemontesi che ne avevano decretato la nascita; seppure con una guerra in piena regola. Ognuno avrebbe contribuito mettendo a fattor comune i beni materiali ed immateriali della propria storia. I “fratelli liberatori” piemontesi evidentemente non avevano gli stessi sentimenti; non erano pervasi da quell’afflato “risorgimentale” che ci è stato e ci viene cucinato in tutte le salse e propinato in tutte le occasioni in cui bisogna tenere a bada il Meridione.
Gennaro Zona originario di Benevento si laurea in Scienze Politiche, indirizzo Economico con una tesi di  laurea che è tutto un programma per il suo futuro: ”La politica economica per il Mezzogiorno d’Italia dal dopoguerra ad oggi”. Ha iniziato il suo iter professionale negli organici della Ing. C. Olivetti & C. nel 1968. In seguito, sia nella Capogruppo che nelle Consociate, con incarichi di sempre maggiore responsabilità nella gestione di uomini e di risorse economiche. Nel settembre  del 1987 lascia il gruppo Olivetti per entrare, come socio in una società di Informatica ed Organizzazione Aziendale, con funzioni di direttore commerciale. Nel 1989 diventa consigliere di amministrazione di un consorzio di aziende di ricerche industriali avanzate, attivo nel campo delle Biotecnologie e della Bioelettronica. Alla fine del 2010, dopo esserne stato presidente, lascia questa società. Nonostante  la sua vita lavorativa abbia riguardato un ambito tecnico scientifico, che lo ha condotto lontano dalla sue origini, il dottor Zona mai ha perso la sua Identità meridionalista, avendo sempre  a cuore il Mezzogiorno e le sue vicissitudini. Nel 1993 aderisce al Partito Alleanza Meridionale, fondato dal compianto Lucio Barone. Questo suo sentimento profondo verso il Sud lo ha portato, nel 1997, alla realizzazione del saggio:” Come ti finanzio il Nord”, edito dalla Edizioni Scientifiche Italiane. Il saggio si è occupato nello specifico della Cassa per il Mezzogiorno e della verifica del mantenimento di quanto era stato programmato nel 1950. In seguito ho continuato a far parte di vari movimenti per il riscatto del Meridione nel tentativo di veder crescere la consapevolezza del perché il Sud è ancora una “colonia” interna del Nord Italia. Ultimamente ha condotto una serie di incontri presso l’UNITRE di Opera, dove vive, sul tema concernente la storia economica del Mezzogiorno
Enrico Fagnano
Da poco tempo è disponibile il libro di Enrico Fagnano, La Storia dell’Italia Unita (pubblicato e distribuito da Amazon), nel quale l’autore racconta ciò che accadde nel Meridione tra il 1860 e il 1900 con particolare riguardo alle conseguenze economiche dell’unificazione. Fagnano sostiene che se l’Italia nel Novecento è diventata uno dei paesi più industrializzati al mondo (fu il sesto attorno al 1920 a poter essere definito in questo modo), lo deve al contributo determinante, o sarebbe meglio dire al sacrificio, del Sud. Le sue ricchezze hanno consentito la nascita della grande industria nazionale, concentrata nel Nord, i suoi consumi hanno dato la possibilità alle imprese settentrionali di crescere e, infine, sono state le rimesse dei suoi emigranti, che hanno permesso a queste imprese di consolidarsi, per poi affrontare i mercati internazionali senza restarne schiacciate. La parte più progredita del Paese finalmente unito deve molto al Meridione e ai Meridionali. Ed è con il suo libro che Fagnano intende ricordarlo agli Italiani di oggi.
Enrico Fagnano ha fondato e diretto le riviste Brilliancity (1979-86), L’Erba (86-87), La parola abitata (88-93) e PARTENOPEversus (2005). Negli anni Ottanta è stato tra gli animatori de I Poeti del Gambrinus e nel 1992, con operatori provenienti da settori diversi della cultura, ha dato vita all’associazione Lo Stato dell’Arte. Redattore di Radio Spazio Popolare, nonché collaboratore di Radio Città, è stato collaboratore anche dei quotidiani Il Mattino, Napoli Oggi e Il Roma. Enrico Fagnano ha pubblicato i libri Avvistamenti (2000), La bomba e il suo contrario (2007), Alternative (Società Dante Alighieri, 2009), La storia dell’Italia Unita: Il Sud dopo il 1860 (2021) e Contra Catilinam (2022). Inoltre, ha curato le antologie Poeti di Hyria (2002), Accenti (Società Dante Alighieri, 2010), La Parola Abitata (La parola abitata, 2012) e Dintorni (La parola abitata, 2015). Vicepresidente della Dante Alighieri di Napoli fino al 2013, Enrico Fagnano attualmente è presidente dell’associazione La parola abitata e dirige la collana editoriale I sedicesimi.
Maria Rosaria Vado
Questo volume, a cura di Maria Rosaria Vado, nasce dalla necessità di aprire un dibattito pubblico sui temi del tempo che abbiamo vissuto e che viviamo e che, con il pretesto dell’emergenza, sono stati ignorati, accantonati, mortificati quando non censurati. Una censura che è stata il marchio impresso a fuoco sulla pelle di chi ha continuato ereticamente a coltivare il dubbio.
 
Il Diario contiene diciotto testimonianze critiche che, partendo dalla pandemia, indagano i tanti volti della contemporaneità, delineando uno scenario che, lontano dall’essere futuristico, è invece già incarnato nell’oggi: “la nuova normalità” quella del distanziamento, quella del transumanesimo, quella del metaverso, e della caccia alle nuove streghe, ossia coloro che di fronte a tali prospettive scelgono di rimanere umani, sebbene questo comporti il rischio della malattia, della morte, del contagio e del dubbio…
 
Hanno partecipato: Emanuele Baroni, Remo Bassini, Riccardo Bianchini, Claudia Cipriani, Giuseppe Cozzolino, Bruno Di Pietro, Lapo Ferrarese, Anila Hanxhari, Luciana Mastrangelo, Monica Naef, Alessandro Alfredo, Pellegrini, Mariavittoria Picone, Daniele Ramadan, Stefano Saldarelli, Emilia Santoro, Gianluca Spera,Chiara Tortorelli, Gianluca Vitiello.

Il volume è ordinabile sulla pagina dell’editore  e in libreria
 

 
Iod edizioni - Costo 15 euro - ISBN 979-12-80118-99-8
Maria Rosaria Vado è laureata in lettere classiche, da più di quindici anni collabora come editor e grafico per diverse case editrici, gallerie d’arte e autori. Dal 2006 al 2013 ha fatto parte dell’associazione culturale Hde, per la quale ha curato l’organizzazione di eventi letterari e di corsi di scrittura, e l’allestimento di mostre. Svolge attività di editor e grafico freelance e di docente di editing. È stata il direttore artistico della rivista letteraria «Achab».
Canio Trione
Editorialista per decine di testate cartacee e on line. È autore di vari saghttps://amasud.it/l-039-economia-virale_102786_0gi ed è esponente di primo piano di movimenti culturali innovativi e propositivi. Vice Presidente del Centro Mediterraneo di studi geostrategici e politici collaborando con l’IFSPD (International Fund for Sustainable Peace and Development). Riformatore in tema di economia per trovare risposte più inclusive alle disastrose conseguenze della fine del neo-monetarismo. Il covid ha accentuato la gravità di una situazione già insostenibile per tutti, piccoli e grandi, istituzioni e gente comune. Profondo conoscitore degli aspetti creditizio e finanziari ha focalizzato l’attenzione sugli quelli meno sostenibili per la formulazione delle strategie necessarie. Ispiratore della Legge 190/14 art. 1 comma 246 sulla separazione-dottrinale prima e operativa poi tra sorte interessi e sorte capitale ha innovato drasticamente il comportamento delle banche italiane con immenso vantaggio per l’economia tutta.
Vincenzo Gulì

Ha studiato all’Università di Napoli raggiungendo la laurea a pieni voti in Economia e Commercio. Successivamente ha svolto, presso l’istituto di Economia di quella facoltà, il dottorato di ricerca. E’ passato poi all’insegnamento di Economia Aziendale negli istituti tecnici commerciali. Svolge anche la professione di dottore commercialista. E’ stato tra i fondatori dell’Associazione Culturale Neoborbonica ed è attualmente presidente dei Neo Borbonici Attivisti. Appassionato di storia del Mezzogiorno d’Italia, ha fatto una lunga attività di ricerca archivistica, segnatamente nell’Archivio Storico del Banco di Napoli e nel Fondo Brigantaggio dell’Ufficio storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Ha scritto i testi “Il saccheggio del Sud” , “Luigi Alonzi detto Chiavone”, “La battaglia di Maida” e “Malaunità” (come co- Autore), “Il ferro e fuoco del nemico esercito francese”, “Successe il ‘48”. Collabora con diverse riviste e quotidiani per articoli di storia e di economia. E’ iscritto all’albo dei giornalisti della regione Campania.
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